"Viaggavo con mio figlio di tre anni (...) che soffre di una bronchiolite cronica", spiega Sonia, che comprensibilmente si è molto spaventata.
All'arrivo a Perth martedì 3 marzo ha contattato l'Australian Health Department, si è autoconfinata a casa con il figlio, e lì il personale medico preposto li ha raggiunti per effettuare i tamponi.
Fortunatamente il marito era via per lavoro e quindi non era stato potenzialmente infettato.
Dopo qualche giorno di attesa non priva di preoccupazione, il risultato del test è arrivato, ed era negativo: "siamo stati fortunatissimi", commenta Sonia, "a noi è andata bene".
Durante la quarantena Sonia ha fatto la spesa online, ma ha ricevuto anche sostegno da "ottimi amici" a Perth, che con una telefonata o un messaggio e qualche piccolo omaggio (un caffè, una brioche) le hanno fatto sentire il loro sostegno.
Rispettiamo le indicazioni delle autorità, è l'appello di Sonia, che ora finalmente tira un sospiro di sollievo, "anche se so che finché non ci tocca sul personale non ci interessa realmente".