“In 20 anni siamo passati dall’idea che potevamo esportare il nostro modello all’idea che qualsiasi cosa possa minacciarlo”.
Giovanni Floris, giornalista e presentatore TV, l'11 settembre del 2001 aveva 33 anni e si trovava a New York in qualità di corrispondente della RAI.
Il ricordo del giornalista Vincenzo Martucci

"New York diventò un cimitero"
"Mi accorsi subito che quella tragedia aveva a che a fare con la storia, non con la cronaca. Come la pandemia che stiamo vivendo adesso" racconta a SBS Italian.
"Di quella giornata porto dentro molte immagini e molte sensazioni" aggiunge Giovanni Floris, rievocando l'attacco alle Torri Gemelle.

Firefighters work beneath the destroyed mullions, the vertical struts which once faced the soaring outer walls of the World Trade Center Source: AP
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"La pandemia ci consegna un'Italia più povera, più dolorante e più addolorata"
Una tragedia nella quale persero la vita circa tremila persone ma che ha segnato i nostri tempi al di là del bilancio delle vittime e dei danni materiali.
E persino al di là dello shock rappresentanto dai primi attentati di quella portata sul suolo americano.
La paura è diventata una componente del nostro vivere
"L'11 settembre venne meno la sicurezza perché era stato colpito il cuore del Paese che ci aveva dato ogni certezza" racconta Giovanni Floris.
"A venti anni di distanza siamo incerti sul futuro, e questo ci ha chiuso attorno ai nostri immediati interessi personali".
Riascolta la testimonianza di Giovanni Floris:

Il memoriale del WTC di New York Source: Photo by Gary Hershorn/Getty Images
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