Tra sfottò e polemiche, gli interisti down under commentano la decisione della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso della Juventus e ha assegnato in via definitiva ai nerazzurri il tricolore 2005-2006.
Da Perth a Sydney passando per Melbourne e Adelaide, la conferma di uno scudetto che i tifosi dell'Inter sentivano già loro è stata accolta con un misto di gioia e sollievo a distanza di 16mila chilometri e a 12 anni dai fatti di calciopoli.
"Finalmente giustizia è fatta!" esulta Fabio, che dal Western Australia rincara la dose. "Dopo quel che ha fatto, la Juventus non doveva solo andare in B, doveva essere cancellata per sempre dal campionato italiano".
Marco, messinese col cuore nerazzurro, commenta con un pizzico di rammarico, perché la ferita di calciopoli rimane aperta. A suo dire, i fatti di quegli anni andrebbero chiariti e ricordati per evitare che si possano ripetere. "È un risarcimento parziale - spiega -. Nella vicenda gli interisti si sentiranno sempre e comunque parte lesa".
"Ma quindi la Juventus perde anche i ricorsi, non solo le finali!" ironizza invece Alby. Il quale spera che adesso i bianconeri tolgano dallo stadio gli scudetti che non gli appartengono.
Alessandro, presidente dell'Inter Club Sydney, sottolinea l'importanza della sentenza sia sul piano sportivo sia su quello etico: "Gioiamo per la conferma che l'illecito c'è stato e per la conferma che noi siamo diversi da loro".

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Stefano la prende alla larga: "Inizialmente pensavo che lo scudetto non andasse assegnato e non lo avevo festeggiato, ma il fatto che tifosi e dirigenza della Juve non si siano assunti le responsabilità e non abbiano ammesso gli errori, mi ha convinto che sia meritato".
Infine Pino preannuncia fuochi d'artificio e caroselli per tutta Melbourne. Mentre Alessio, tifoso nerazzurro nato in Albania, chiosa con una battuta: "Sono capaci tutti a vincerli sul campo, gli scudetti. Solo noi ci riusciamo cosi'".