L'obiettivo è quello dei viaggi precedenti, ovvero da una parte rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza e dall'altra portare ai palestinesi aiuti umanitari.
I tentativi dei mesi passati si sono tutti conclusi con l'arresto degli equipaggi dopo essere stati abbordati e dirottati dalle forze armate israeliane, seguiti poi dal fermo degli attivisti che avevano due opzioni: firmare una dichiarazione e lasciare il Paese volontariamente, oppure essere detenuti e rimpatriati forzatamente.
Nei giorni scorsi Israele ha preparato la sua risposta all'inziativa della Global Sumud Flotilla, tramite il ministro della Sicurezza Nazionale Ben-Gvir.
Il ministro ha sottolineato che il viaggio della flottiglia, nonostante le dichiarate intenzioni umanitarie, sarebbe stato considerato un tentativo di minare la sovranità di Israele e sostenere Hamas.
“Il piano proposto definisce una serie di misure che rafforzano la posizione irremovibile di Israele nella salvaguardia dei propri confini e nella garanzia della sicurezza nazionale”, ha affermato alla stampa israeliana.
In base alla direttiva proposta dal ministro, tutti gli attivisti arrestati in relazione alla flottiglia saranno detenuti nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per ospitare i terroristi in condizioni rigorose e solitamente riservate ai detenuti di massima sicurezza.
Gli attivisti saranno sottoposti a detenzione prolungata, a differenza della prassi precedente che prevedeva il loro rilascio dopo un breve pernottamento.
Agli attivisti secondo il piano di Ben-Gvir saranno negati privilegi speciali quali televisione, radio e cibo speciale, nel tentativo di trasmettere il messaggio che il sostegno al terrorismo non sarà tollerato.
“Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nel comfort", ha infatti dichiarato Ben-Gvir, aggiungendo che i membri della Global Sumud Flotilla eventualmente arrestati "dovranno affrontare tutte le conseguenze delle loro azioni”.
Tony La Piccirella è un attivista barese che alla fine di luglio ha incontrato la reazione di Israele a bordo dell’imbarcazione Handala, dichiarando poi che l’esperienza è stata simile ad un "sequestro di persona".
Al suo rientro in Italia un mese fa aveva promesso di voler denunciare Israele per le azioni contrarie al diritto internazionale.
Ora è ripartito alla volta di Gaza a bordo della nave “Family” e si trova a Tunisi in attesa di terminare i preparativi per la parte finale della missione, che dovrebbe iniziare tra pochi giorni.
Ascolta la sua esperienza cliccando sul tasto "play" in alto a sinistra
per approfondire

Gaza: la Flotilla ci riprova, il governo Meloni tace