Il popolarissimo sassofonista ha deciso così di rendere omaggio a quello che forse è stato il più grande compositore contemporaneo, in un lavoro che non tradisce il genere jazz ormai consolidato dell’artista romano, ma neanche le opere originali di Morricone.
“Questo album è un atto d’amore nei suoi confronti. Ho avuto il piacere di conoscerlo e il grande onore di ricevere in dono da lui una sua composizione, “Flora”, che ho dedicato a mia figlia e di cui vado molto fiero, sulla quale mia moglie Nicky Nicolai ha scritto le parole" spiega Stefano Di Battista a SBS Italian.
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"Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad omaggiarlo, ovviamente non per sdebitarmi, ma credo che lui sia stato un grande romantico, un grande sognatore della musica, facendo piangere moltissimi di noi, piangere in senso buono, ovviamente".
"La sua musica ha parlato a chiunque, il suo linguaggio è arrivato a tutti. Dopo la sua morte era il minimo che potessi fare, rendergli omaggio ringraziandolo per tutto quello che ha fatto".
"Abbiamo fatto un lavoro molto disciplinato, perché Ennio ci teneva a che fosse sempre rispettata la parte strutturale delle sue opere, quindi non abbiamo toccato tutto ciò che è accordi ed armonia. È stato un grande musicista e un grande uomo, un personaggio importantissimo nella cultura mondiale”.
Stefano con la moglie, Nicky Nicolai, assieme alla quale ha partecipato a Sanremo 2005 con il brano Che Mistero è l’Amore, arrivandoprimo nella categoria Gruppi Source: courtesy of Stefano Di Battista
Peur sur la ville è il singolo che ha lanciato l’album e nel quale per la prima volta Stefano fischia
“La melodia non è difficilissima, ma mi stupiscono i tanti messaggi che sto ricevendo e i complimenti per il fischio. Chi l’avrebbe mai detto. Questa è una melodia che rappresenta un po’ il lato dark dell’anima di Morricone, perché è una melodia un po’ inquietante e molto emozionante".
"Mi piaceva l’idea di cominciare con una melodia poco consueta e che fa scoprire un lato diverso del maestro. Ci siamo divertiti molto a suonarlo, prendendo spunto anche dalle sirene delle ambulanze e partendo da sonorità quasi poliziesche. Una particolarità della musica di Morricone è che non c’è bisogno di fare chissà cosa, è la melodia stessa che ti porta via e l’esecutore deve solo adeguarsi e seguire l’istinto”.
Un titolo non casuale, visto il legame artistico di Stefano con la Francia.
“È vero. Io credo che l’italiano sulla Francia abbia un buon ascendente. Io sono stato molto apprezzato dai francesi e credo che quando c’è qualcosa di buono loro sappiano valorizzarlo un po’ di più di noi. È come se loro fossero un po’ più rilassati sul talento degli altri, senza invidia" spiega Stefano Di Battista a SBS Italian.
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"Ovviamente è anche una questione di organizzazione governativa, diciamo così, perché lì la musica è presa molto seriamente e viene protetta, mentre in Italia forse si fa un po’ fatica a far passare il messaggio che il nostro è un mestiere di alto profilo. Da questo punto di vista le differenze tra i due Paesi sono enormi".
"C’è tantissima gente che lavora nel mondo della musica e che è stata abbandonata. Io non ho soluzioni e sono consapevole del fatto che fosse veramente difficile gestire questa pandemia, però sono molto preoccupato. Certamente in Francia mi sembrano un po’ più organizzati”.
Riascolta qui l'intervista a Stefano Di Battista:
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