"Migranti climatici", a rischio gli abitanti delle isole della Micronesia

Micronesia

Alcuni atolli degli gli stati federati della Micronesia. Source: Getty Images/Olivier Blaise

I cambiamenti climatici e la scarsità di cibo e di acqua potrebbero diventare critici nelle zone vicine alla fascia equatoriale, come ad esempio gli stati federati della Micronesia, creando il fenomeno dei cosiddetti "migranti climatici".


Il surriscaldamento globale ha fatto sì che, nelle aree equatoriali dove si trovano gli stati federati della Micronesia, si verifichi un aumento di fenomeni meteorologici di alta intensità, come uragani e tifoni.

La conformazione stessa degli atolli, infatti, che si trovano ad un massimo due metri dal livello del mare, non concede loro nessun tipo di riparo naturale, e costringe le persone a scappare per rifugiarsi in isole più grandi, come lo stato di Yap.

In questa zona l'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile) è presente con un progetto di cui ci parla Nicola Colonna, ricercatore del centro di Roma. 
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Raccolta di acqua piovana e stoccaggio. Isola di Yap, Progetto ENEA Source: courtesy of Nicola Colonna
"Le popolazioni locali stanno soffrendo molto questa situazione, dalle isole più piccole si sono dovute trasferire nella provincia di Yap, una delle isole più grandi, sconvolgendo però lo stile di vita della zona, che non riesce a reggere l'aumento della popolazione", racconta Colonna ai microfoni di Sbs Italian.

L’accordo di Parigi sui Cambiamenti Climatici prevede degli aiuti economici per sviluppare delle attività  per salvare quelli che vengono denominati PSIDS Pacific Small Island Developing States.

Il ruolo di ENEA è quello di braccio tecnico del Ministero dell'Ambiente Italiano per l'implementazione di queste azioni, in collaborazione con altri Paesi che fanno parte della Convenzione.

"Da una parte aiutiamo la costruzioni di sistemi di raccolta e stoccaggio idrico nei villaggi, e dall'altra stiamo aiutando le comunità nel costruire degli orti irrigati in cui possono coltivare tuberi e vegetali ed implementare la disponibilità alla base della loro alimentazione, [in modo] che resista non solo nel periodo con maggiore abbondanza di acqua, ma anche in quello con scarse precipitazioni", conclude Colonna.

Ascolta l'intervista:
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