"La mostra è nata dalla volontà di esplorare il concetto di utopia in maniera concreta, riflettendo sulle innovazioni sociali e architettoniche promosse da Adriano Olivetti", spiega Pippo Ciorra ai microfoni di radio SBS.
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L'idea è emersa originariamente da una collaborazione con il Ministero degli Esteri e una precedente esposizione intitolata 'Piccole Utopie'.
"Volevamo unire la visione di contenitori e contenuti, creando non solo una mostra, ma un'esperienza trasformativa", racconta ancora Ciorra.

Lettera 22, nota macchina da scrivere Olivetti, progettata da Marcello Nizzoli Credit: Courtesy of Istituto Italiano di Cultura, Sydney
La mostra si articola in quattro sezioni principali: città e politica, fabbrica, cultura e immagine, e società. Ogni sezione esplora un aspetto diverso dell'impatto di Olivetti sulla società e sullo spazio urbano.
"Città e politica sono inseparabili nel pensiero di Olivetti", afferma Ciorra. "Lui ha trasformato Ivrea non solo in un luogo di produzione, ma in uno spazio di vita equo e produttivo".
Trevisani sottolinea come Olivetti abbia considerato la fabbrica il centro del pensiero politico. "La fabbrica Olivettiana non era solo un luogo di lavoro ma un centro culturale, dove si promuoveva attivamente il benessere dei dipendenti".
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"La selezione dei materiali è stata una sfida entusiasmante," spiega ancora Trevisani. "Abbiamo cercato di trasmettere la vastità e la ricchezza dell'eredità Olivettiana".
La mostra include anche una parte fotografica, a cura di Simona Antonacci, e che ha visto il coinvolgimento di quattro fotografi contemporanei: Luca Campigotto, Claudio Gobbi, Francesco Mattuzzi e Valentina Vannicola.
Visitabile fino al prossimo 24 luglio presso la galleria Flow Studios 88 di Camperdown. Per maggiori info consultare il sito dell'Istituto Italiano di Cultura di Sydney.