La professoressa Tatiana Sokoloff fu assassinata brutalmente il 6 settembre del 1986 nella sua abitazione di Haberfield, a Sydney.
Il suo corpo venne ritrovato nella veranda della sua casa in una pozza di sangue, con il cranio fracassato. La donna era stata strangolata con un cavo elettrico.
Per oltre tre decenni il caso è rimasto avvolto nel mistero, ma nel novembre del 2019 la svolta delle indagini con l'arresto di Martin Dukagjini a Melbourne.
Lo scorso novembre l'uomo è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio grazie all'esame del DNA su tracce di sangue trovate sul pigiama della vittima e sul luogo del delitto.
Giovedì scorso, infine, la Corte Suprema del NSW ha emesso la sentenza condannandolo a 20 anni di reclusione anche se, durante il processo, Dukagjini ha sempre ribadito la propria innocenza.
Il fatto
La notte del 6 settembre 1986, verso le 23:00, i servizi di emergenza furono chiamati in una abitazione di Dudley Street ad Haberfield, un sobborgo di Sydney, dove trovarono il corpo di Tatiana Sokoloff riverso sulla veranda in una pozza di sangue.
La madre Claudia era in casa quella sera, ma essendo sorda ed essendosi tolta l’apparecchio acustico, non ebbe modo di sentire nulla.
L’autopsia stabilì che la docente italiana fosse morta a causa delle ferite alla testa e da strangolamento. Le prime indagini confermarono che l’ingresso era stato forzato e che dalla abitazione erano stati rubati oggetti preziosi.
“Il giorno dopo le immagini televisive mostrarono il casellario dello studio di Tatiana che era stato rovesciato e il pavimento era pieno di fogli di carta e fascicoli”, ricorda il professore Fernando Basili, collega e amico di Tatiana.
Basili ha dedicato un capitolo del suo libro “Storia di un emigrato. Perché? Perché” alla figura e all’omicidio di Tatiana Sokoloff.
Le prime indagini confermarono che dalla abitazione mancava anche una ingente somma di denaro che Tatiana aveva ritirato pochi giorni prima dalla banca, probabilmente per farsi un regalo (avrebbe compito 57 anni la settimana successiva alla morte), e alcuni oggetti di valore.
Le indagini non approdarono a nulla e il caso rimase irrisolto.
Chi era Tatiana Sokoloff

La casa di Tatiana Sokoloff nel 1986. Source: NSW Police
Tatiana Sokoloff, nata a Milano il 13 settembre del 1929, era l'unica figlia di Paolo e Claudia Sokoloff e aveva vissuto in un ambiente familiare intellettuale e stimolante. Il padre, Pavel Aleksandrovič Sokolov, nato a Mosca nel marzo del 1892 era un saggista, insegnante di liceo e docente universitario. La madre, Klavdija Fitelego, di origine romena, aveva studiato canto al Conservatorio di musica di Milano. Letteratura e musica hanno segnato sin dall'inizio i suoi interessi culturali.
Paolo Sokoloff, decorato al valore militare in tre occasioni, con la Croce di San Giorgio, l’Ordine di Sant’Anna e l’ordine di San Stanislao, diventa profondamente contrario al bolscevismo e lascia la Russia nel 1918. Dopo un lungo peregrinare per vari paesi dell’Europa dell’est, raggiunge Milano, come profugo politico, nel 1923, dove si stabilisce.
Dopo avere vinto una borsa d studio del Vaticano, si iscrive all’Università Cattolica, dove si laurea in lettere nel 1927 e inizia poco dopo l’attività di insegnante in vari licei italiani, incluso quello di Molfetta, dove si trasferisce con la famiglia. Diventa poi docente di lingua russa all’Università di Bari.
Tatiana si laurea in lingue straniere all’Università di Bari e, dopo avere vinto un concorso, si trasferisce in Australia il 9 dicembre del 1962 per insegnare all’Università di Sydney, dove diventerà Senior Tutor.
“Era ammirata sia per la sua pazienza con gli studenti che per aver qualcosa da raccontare loro e incoraggiarli a parlare in quanto era incaricata dei corsi di conversazione”, ricorda il professor Bruno Ferraro che ha conosciuto Tatiana Sokoloff quando era studente all’Università di Sydney.
Dopo il pensionamento, Paolo e Claudia Sokoloff, decidono di venire a trovare la figlia in Australia. Arrivano nel porto di Fremantle a bordo della nave Guglielmo Marconi nel febbraio del 1964, viaggiando in prima classe.
Ma sarà un incontro breve. Paolo Sokoloff pochi mesi dopo (luglio del 1964) muore di enfisema, malattia della quale soffriva da anni. È sepolto nel cimitero di Rookwood dove riposano anche la figlia e la moglie Claudia, morta pochi mesi dopo l’omicidio di Tatiana.
Tatiana Sokoloff era molto nota negli ambienti della comunità italiana, che lei frequentava spesso.
“Era conosciuta ed amata nella nostra comunità”, dice l’ex parlamentare del NSW Franca Arena. “Perciò questo suo assassinio fu uno schock spaventoso per la comunità, perché era molto conosciuta, Tatiana”.
La svolta delle indagini
Nell’agosto del 2018, la Polizia del NSW ha riaperto le indagini affidandole ad una task-force speciale chiamata Strike Force Nickleby che, per accertare un profilo DNA, ha effettuato dei test su reperti raccolti durante l'indagine originale.
In base ai risultati delle nuove idagini, alle 16:00 di giovedì scorso (12 dicembre), la Polizia del Victoria, alla presenza di agenti della Strike Force, ha arrestato un uomo di 63 anni di origine albanese che è stato estradato in NSW e accusato formalmente dell’omicidio di Tatiana Sokoloff. L’uomo, attraverso il suo legale, ha respinto formalmente le accuse.
La notizia dell’arresto è stata coperta anche dalla stampa australiana e in alcuni articoli si è parlato di Tatiana come una donna schiva e riservata.
“Vorrei smentire quanto si è letto sui giornali. Tatiana era una persona molto affabile, molto amichevole, molto aperta”, tiene a precisare il professor Carmelo Savoca che è stato studente di Tatiana Sokoloff e poi collega ed amico.
”Quando noi abbiamo fondato il Circolo universitario italiano dell’Università di Sydney, Tatiana era uno di quei docenti che ci sosteneva e veniva a tutti i nostri incontri”, ha aggiunto Savoca.




