Questa settimana è stato annunciato dal Vaticano che Papa Francesco ha deciso di abolire il "segreto pontificio" sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori.
Secondo le nuove disposizioni, si prevede che "non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti in materia di abusi su minori".
Francesco ha anche stabilito che il reato di pedopornografia sussista fino a quando i soggetti ripresi nelle immagini abbiano l'età di 18 anni, e non solo 14 com'era finora.
Per parlare di queste novità e analizzarne la portata, nel corso del nostro programma radiofonico abbiamo raggiunto a Roma Benedetta Rinaldi, giornalista e conduttrice televisiva, a lungo collaboratrice di Radio Vaticana.
"Finalmente un'apertura del Vaticano, affinché stati esteri possono chiedere liberamente e ottenere gli atti di casi su cui stanno indagando perché loro cittadini sono stati vittime o presunte vittime di questi tipi di abusi o di violenze sessuali commessi da chierici, così come dice il codice".
Continua Benedetta Rinaldi:
"Non dimentichiamoci che questa apertura arriva a meno di un anno da quando è stato tenuto un summit con le vittime di pedofilia che hanno denunciato membri della chiesa per questi delitti e che avevano chiesto misure più drastiche".
Vittime che, secondo Rinaldi, avrebbero espresso delusione per il fatto che alla conclusione del summit non fossero state prese delle decisioni o delle misure immediate.

Pope Francis announced sweeping changes to the way the Roman Catholic Church deals with cases of sexual abuse of minors. Source: AAP
"Sappiamo tutti che i tempi della Chiesa sono talvolta molto più lenti e le decisioni molto più ponderate rispetto ad altri ambiti. Però è anche vero che Papa Francesco è l'autore dell'inizio di tantissime svolte. Come quella sulla trasparenza economica, che risale, almeno come tentativo, già a Giovanni Paolo I, e poi, con alterne vicende anche a Benedetto XVI".
Ma si potrebbero estendere le nuove misure sulla trasparenza anche ad altri ambiti? In particolare quelli di abusi avvenuti nell'ambito della Chiesa su adulti, come per esempio quelli denunciati da diverse donne religiose, che hanno dato origine sui social media all'hashtag #NunToo, che riecheggia quello ben più famoso del #MeToo.
"Si prendono in considerazione anche i casi di violenza e gli atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità. Quindi in questo è compreso anche l'abuso su minori o persone vulnerabili. Ma la dicitura 'casi di violenza o atti sessuali' è credo rivolta a qualsiasi categoria. Qui ci vorrebbe un esperto di diritto canonico, quindi non mi lancio in un campo non mio, ma credo che il caso di violenza sia applicabile a tutto e a tutti, e non soltanto nel caso dei minori", ha aggiunto.
Ma ci sarebbe un'altra postilla che, secondo Benedetta Rinaldi, avrebbe sollevato interesse e soddisfazione in Italia. Quella che riguarda la responsabilità in caso di mancata denuncia di coloro che hanno perpetrato gli abusi:
"Qui si tratta di tutte quelle inadempienze di vescovi e cardinali che pur sapendo magari hanno cercato di spostare, riabilitare, allontanare queste figure 'marce' nel mondo della Chiesa, ma che non hanno proceduto a una denuncia e avrebbero insabbiato questi casi".




