Sostenibilità alimentare: la sfida del XXI secolo

SBS Italian/Global Table 2019

Source: SBS Italian/Global Table 2019

Come viene reinterpreato il concetto di sostenibilità alimentare nel mondo del business e delle startup che si impegnano nella lotta al cambiamento climatico, legata a doppio filo alla sopravvivenza stessa delle aziende?


La sostenibilità è ormai un concetto chiave nella lotta al cambiamento climatico, in particolare nel mondo del business e delle aziende. 

La lotta al cambiamento climatico e ai suoi effetti è ormai quotidiana, in tutto il mondo. Sono centinaia le città ed i paesi che hanno dichiarato l'emergenza climatica, come ha fatto la municiplità di Darebin a Melbourne, la prima ad averlo fatto nel 2016, impegnandosi a prendere posizione e ad attuare politche focalizzate al cambiamento climatico.

La popolazione oggi, sottolineano gli esperti, deve essere sempre più compatta e unita davanti a quella che è diventata una delle più grandi sfide del nostro tempo. Deve essere sempre più focalizzata all'adozione di strategie di adattamento al cambiamento climatico per far fronte alla siccità, l'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacci, l'erosione delle coste e tutta la complessità di fenomeni generati dall'emergenza climatica.

Siamo circa 7,6 miliardi di abitanti oggi sulla terra ma, come ha sottolineato l'ex segretario di Stato americano John Kerry da Melbourne dove ha aperto l'evento internazionale dedicato alla sostenibilità alimentare Global Table nelle scorse settimane, la popolazione mondiale arriverà a nove miliardi di persone nei prossimi 35 anni generando una richiesta di cibo sempre maggiore e quindi maggiore pressione sui produttori.
SBS Italian/Global Table 2019
Source: SBS Italian/Global Table 2019
Affiancare quindi il concetto di sostenibilità a quello di agricoltura e a quello dell'industria alimentare è diventato chiave per fare fronte alle sfide poste dal cambiamento climatico.

È appurato ormai che l’agricoltura contribuisce al cambiamento climatico visto che il nostro cibo, prima di arrivare al nostro piatto viene prodotto, lavorato, confezionato, trasportato, preparato e servito e, in ciascuna di queste fasi, vengono emessi gas serra nell'atmosfera che sono la principale causa del cambiamento climatico.

Ma l'agricoltura oltre ad essere una delle principali cause del cambiamento climatico a sua volta ne subisce gli effetti, come testimoniano ad esempio le situazioni disperate di cui molti agricoltori australiani oggi sono vittime a causa della prolungata siccità in Queensland e NSW. Ed ecco quindi che oggi l'idea di sostenibilità viene affiancato sempre di più a quello di agricoltura ed i business non possono fare a meno di integrare il concetto al loro modello produttivo, come ha spiegato Marco Gualtieri di Seeds&Chips, il più grande evento internazionale dedicato alla tecnologia e alla sostenibilità alimentare, coinvolto anche nell'organizzazione di Global table a Melbourne.
La dicotomia fra profit e no profit, dove il profit è il cattivo e il no profit il buono, va superata
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"Da un punto di vista economico" spiega Gualtieri "stiamo parlando del piu grande settore industriale del mondo: l'intera filiera alimentare è circa 7 trilioni di dollari" coinvolgendo più del 40 per cento della popolazione sulla terra nella produzione del cibo.

"La dicotomia fra profit e no profit, dove il profit è il cattivo e il no profit il buono, va superata" spiega da Global Table Emil Abirascid, giornalista ed esperto di innovazione. Ma come? Le modalità sono diverse. Una è ad esempio quello delle B Corp, o benefit corporations, che adottano un protocollo per certificare che tutta la loro attività quotidiana e dell'intero processo di produzione dei loro beni e servizi, abbia un impattto sociale e ambientale positivo. Ci sono aziende di diversa natura che ormai hanno deciso di adottare questo protocollo internazionale, nato negli Stati Uniti.
Stiamo parlando del piu grande settore industriale del mondo: circa 7 trilioni di dollari è l'intera filiera alimentare
Le aziende che includono il concetto di sostenibilità nel loro business plan sono soprattutto quelle giovani, le cosidette startup. La sostenibilità per loro è un concetto da prendere con grande responsabilità, legato anche alla fiducia da parte del consumatore nei produttori, come ha spiegato Giorgio Bertolini della startup EMERGE, presente anche lui a Global Table come uno dei rappresentanti italiani a global Table invitato down under nell'ambito dell'Italian Innovation Day, l'iniziativa organizzata dalle attività consolari, in quest'occasione di Melbourne, con lo scopo di promuovere le start up italiane in Australia.

"La sostenibilità è a 360 gradi: non si può dire sono sostenibile solo perché ho il packaging ecosotenibile, quello è un pezzettino perche se poi si fanno grandi danni da un'altra parte in verità non stai facendo un progetto sotenibile" spiega Giorgio Bertolini di Emerge.

There is not planet B non è solo uno slogan. Lo ha sottolineato anche l'IPCC, il pannello intergovernativo sul cambiamento climatico più importante al mondo, quando a ottobre scorso ha rilasciato un report annunciando al mondo che abbiamo solo 12 anni per salvare il nostro pianeta, ma per farlo dobbiamo cambiare radicalmente la struttura della nostra società per scongiurare gli effetti più catastrofici del cambiamento climatico.

Una responsabilità che sembra sempre più nelle mani dei politici visto che, come ha evidenziato ancora l'IPCC, è entro il 2020 che devono attivare delle politiche mirate ad un taglio del 45% delle emissioni nocive di gas serra nell'atmosfera.

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