Pietro Pizzo, 17 anni, originario di Trecate (Piemonte), e Giovanni Tondi della Mura, 18 anni, di Lecce (Puglia), sono partiti dall’Italia lasciando i banchi del liceo per affrontare un semestre in un sistema educativo diverso, a migliaia di chilometri da casa.
I ragazzi hanno infatti partecipato a un programma di mobilità internazionale che li ha portati a studiare in due scuole del New South Wales.
I due non si conoscevano prima di partire. "Ci siamo incontrati nella riunione organizzata dal Dipartimento dell’Istruzione del New South Wales, con tutti gli studenti internazionali che avrebbero frequentato un semestre all’estero", racconta Pietro al microfono di SBS Italian.

Giovanni Tondi della Mura e Pietro Pizzo, negli studi di SBS a Sydney Credit: Courtesy of Pietro Pizzo e Giovanni Tondi della Mura.
"Mi ha sempre incuriosito conoscere luoghi così lontani, sia dal punto di vista geografico che culturale", dice Giovanni. E Pietro aggiunge: "Mi è sempre piaciuto viaggiare e scoprire nuove culture. E poi il semestre all’estero aiuta molto con l’inglese. Una grande amica di mia madre vive a Sydney e mi ha spinto a scegliere questa destinazione".
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Nelle rispettive scuole italiane l’iniziativa è stata accolta in modo differente. "Nel mio liceo non è raro che qualcuno parta per un periodo all’estero", spiega Giovanni. "Alcuni professori mi hanno incoraggiato, altri erano più scettici", continua.
"Nella mia scuola non ci sono molti studenti che partono, ma i professori sono stati contenti", spiega invece Pietro.
"Mi hanno solo messo in guardia per il rientro: ci aspettano delle presentazioni e dei test per riallinearci con il programma, anche se non sono vincolanti per la promozione".
L’ambiente scolastico australiano è senz'altro molto diverso da quello a cui i due giovani sono abituati. "Arrivando da una cittadina del Sud Italia, trovarmi in una città così grande, multiculturale e diversa è stato spiazzante", racconta Giovanni. "All’inizio ho fatto un po’ di fatica con la lingua e con le relazioni, ma poi mi sono ambientato".
Pietro conferma: "anche per me è stato impressionante vedere la maestosità e la multietnicità di Sydney. A scuola, però, sono riuscito a fare amicizia fin dal primo giorno".
Entrambi frequentano scuole miste, ma hanno riscontrato un marcato distacco tra i generi. "La mia scuola è più piccola, ci sono solo gli studenti degli ultimi due anni dell’high school, ma si nota una certa separazione", osserva Pietro. Giovanni, che frequenta una scuola con classi da Year 7 a Year 12, aggiunge: "Da me questa divisione è forse ancora più evidente".
Ma non è solo la socialità ad essere diversa, secondo quanto hanno osservato i due ragazzi.
"Secondo me il fine della scuola italiana è creare una cultura generale nello studente", riflette Giovanni. "In Australia mi sembra che l’obiettivo sia ottenere buoni voti agli esami. Tutto è in funzione del risultato".
Pietro condivide: "In Italia ci sono materie obbligatorie che ti danno una base culturale ampia. Qui puoi scegliere: l’unico obbligo è inglese. Si può anche evitare di studiare matematica o fisica, il che secondo me limita l’apertura mentale".
Per entrambi comunque è stata un'esperienza positiva e arricchente, che li fa ripartire con tanti ricordi positivi da mettere in valigia.