La buona notizia è che l’epidemia di coronavirus è in regressione in tutta Italia, quella negativa è che ci sono un paio di eccezioni nel nord-ovest. Quella preoccupante è che una delle regioni in questione è la seconda più grande e una delle più popolose d’Italia, il Piemonte, dove il numero dei contagi quotidiani è simile a quello registrati in Lombardia.
E dove quel che fa scattare l'allarme è il tasso di crescita dei positivi al COVID-19, che nella provincia di Cuneo è il doppio della media italiana.
Le cause, sulle quali ha indagato anche l’editorialista del Corriere della Sera Marco Imarisio, sono tante. La regione Piemonte è stata tra le ultime ad individuare e isolare i casi positivi, a disporre i test con i tamponi, ad occuparsi del dramma nelle case di riposo (dove non è stato ancora accertato il numero delle vittime da COVID-19).

An Homeless and a deserted Turin on April 14, 2020 in Italy, during the country's lockdown aimed at curbing the spread of the COVID-19 infection Source: AAP Image/Alberto Gandolfo/Pacific Press/Sipa USA
E in tutto questo la sanità locale si è impantanata nei disservizi e nella burocrazia (come per esempio nel bando per la fornitura di mascherine) e ha affrontato anche il caso della sparizione delle email - contenenti i nomi dei casi sospetti - inviate dei medici di base e destinate alle ASL.
Così, se nelle zone in cui sono scoppiati i primi focolai il coronavirus sta entrando nella sua fase regressiva, e al centro-sud il contagio non si è mai propagato ai ritmi del nord, in Italia spicca in negativo il “caso Piemonte”. Una regione nella quale i decessi sono 1000 in più rispetto al Veneto e i ricoveri in terapia intensiva sono più che in Emilia Romagna.

Un'immagine del colle Intersile, nella provincia di Cuneo Source: WikiCommons
Tra le possibili concause del fallimento del sistema, spiegano gli esperti, non c'è la scarsa qualità dell'aria. Mentre avrebbe influito molto, e ovviamente in senso negativo, la decisione di seguire pedissequamente il modello sanitario lombardo.
Su questi temi abbiamo ascoltato l'opinione del giornalista di Marco Imarisio, che sull'argomento ha realizzato un reportage per il Corriere della Sera.
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