La tre giorni sul clima che si è aperta sabato 21 settembre a New York con il primo Youth Climate Action Summit della storia, ha visto una delegazione di 500 giovani da tutto il mondo invitata al palazzo di vetro ad aprire il vertice. Tra loro anche Greta Thunberg, che non solo è intervenuta sabato ma anche nella nella giornata di ieri, lunedì, rivolgendosi questa volta ai leader mondiali presenti - e non- al summit.
Il vertice è stato indetto dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres perché, ha spiegato, è necessario che i paesi capiscano la necessità fare di più per combattere il cambiamento climatico, e nelle stesse ore in cui è stato inugurato è stato condiviso anche l'ultimo report della World Meteorological Organization che ha messo in luce come tra il 2014 ed il 2019 si siano registrati gli anni più caldi della storia.
Ma non non solo, si prevede infatti che la temperatura aumenterà tra i 2,9 e 3,4 gradi centigradi entro la fine del secolo.
Donald Trump è solo passato dal palazzo di vetro e quando ha incrociato Greta Thunberg non l'ha degnata nemmeno di uno sguardo. Il PM Scott Morrison invece, nonstante in questi giorni si trovi in visita ufficiale negli Stati Uniti, non ha partecipato. A rappresentare l'Australia, uno dei maggiori produttori di carbone al mondo, c'era la ministra degli Affari Esteri Marise Payne che però non ha potuto parlare al vertice U-N. Come aveva annunciato il segretario Guterres la parola è stata data solo ai paesi che effettivamente hanno un piano per combattere il cambiamento climatico.
I 66 paesi che si sono riuniti nella sede delle Nazioni Unite e che hanno avuto la possibilità di parlare, si sono impegnati a raggiungere zero emissioni entro il 2050.
Ma per la giovane attivista svedese Greta Thunberg è già tardi. Ai leader mondiali, ha detto: "Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia".
Del Climate Action Summit e della visita negli Stati Uniti del Primo Ministro Scott Morrison abbiamo parlato con il giornalista Giampiero Gramaglia.




