Tania Blanchard è l’autrice di “Echoes of War”, una storia ambientata in un villaggio della Calabria durante gli anni del fascismo.
La foto di un giovane uomo in divisa militare notata sul frigorifero del padre e che assomigliava a suo papà la spinse a chiedere spiegazioni, per scoprire poi che il nonno aveva effettivamente combattuto in Albania e Abissinia, un luogo totalmente esotico per Tania, nata e cresciuta in Australia.
Il nonno non aveva combattuto nella II Guerra Mondiale perché era stato riformato ma negli anni ‘30 aveva partecipato alle campagne militari in Albania e Abissinia.

Fortunato Martino in divisa militare durante le campagne in Albania e Abissinia. Source: Tania Blanchard
Guardando la foto, la scrittrice iniziò a chiedersi come questi conflitti gli avessero cambiato la prospettiva sul mondo. Dai pensieri sul nonno poi la sua mente si aprì alle conseguenze della guerra sulla gente in Calabria.
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Il nonno si chiamava Fortunato Martino e veniva da Bruzzano Zeffirio, un piccolo villaggio a pochi chilometri dalle costa del Mar Ionio.
Negli anni ’50 migrò in Australia con la famiglia ed il padre di Tania, che in seguito si sposò con una donna tedesca.
Entrambi i suoi genitori arrivarono Down Under da piccolini senza conoscere l’inglese, incontrando molte difficoltà dal punto linguistico e sociale. In seguito, spiega Tania, non si sono sentiti di passare la lingua originaria ai figli.
Non avevo idea che mio nonno avesse viaggiato al di fuori d’Italia e mi chiesi se la sua decisione di venire in Australia negli anni 50 fosse stata influenzata da queste avventure
A parte la lingua mancante, la sua infanzia era quella tipica dei migranti del dopoguerra.
“Mio nonno era molto silenzioso ed è per questo che ero così stupita che fosse andato in guerra visto che non ne avevo mai sentito parlare crescendo”, racconta la scrittrice, spiegando perché il ritrovamento della foto in bianco e nero fosse stato così sconvolgente.
Listen to the interview with Tania Blanchard in English

"Echoes of War", a war novel set in Calabria
Fortunato era il classico nonno che faceva la ricotta, aveva un bellissimo orto e amava la terra ma che non parlava del suo passato, così come succedeva a tante persone che la guerra l’hanno vissuta sulla propria pelle.
Non sapendo praticamente niente del passato del nonno, Tania con “Echoes of War” ha deciso di crearsi la sua di storia, scegliendosi una protagonista femminile, Giulia.
La ragione di questa scelta è stata dettata dal suo desiderio di osservare la guerra dal punto di vista delle donne della Calabria.
Voleva immaginarsi come sua nonna, che è mancata quando aveva 9 anni, aveva passato questi anni terribili nel suo villaggio, ponendole con la fantasia le domande che non aveva avuto tempo di farle quando era in vita.
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"Ho riempito i vuoti delle storie di mio padre con la fantasia"
La trama di Echoes of War
La storia di “Echoes of War” è ambientata nel 1936, durante la guerra italiana in Abissinia.
Giulia vuole seguire le orme della nonna che era una guaritrice tradizionale, evitando le aspettative – marito, figli e vita in casa – che la società le imponeva.
Si reca in un monastero per imparare lo studio delle erbe ma ritorna a casa quando i giovani del paese partono per le guerre in Abissinia, in Spagna durante la guerra civile e Albania.
Le donne dunque rimangono in controllo della vita nelle fattorie e diventano padroni del proprio destino.
I fatti storici poi si intrecciano con la vita di Giulia, con la seconda guerra mondiale, lo sbarco in Sicila degli Alleati e la brutale guerra civile in Italia. Giulia decide quindi di avere un ruolo attivo e di aiutare nello sforzo bellico.

Tania Blanchard. Source: Tania Blanchard
I ricordi della guerra in Calabria
La trama della storia di finzione non ha collegamenti con la sua storia di famiglia.
“Non c’erano tante informazione e storie da cui attingere. Ho chiesto a mio padre e alle mie zie le loro esperienze, mia zia si ricordava alcune storie che le aveva raccontato suo padre della campagna di Albania”, racconta Tania a SBS Italian.
Il grosso della ricerca però è stato tratto da scritti di storici e di testimonianze dirette di chi aveva lasciato diari di guerra.
Tania racconta di essere sempre stata affascinata da come la gente comune reagisce ad eventi straordinari.
Cosa succede a quelle famiglie quando la guerra è finita?
Queste riflessioni, sviluppate nel suo “Echoes of War” ci riportano alla sua famiglia e ai suoi nonni.
Come racconta Tania, fortunatamente il loro paesino in Calabria era distante dal fronte di guerra e le storie relative al conflitto erano poche ma intense.
La nonna si ricordava dei voli degli aerei sulle loro teste nel 1943, con gli Alleati che concentravano i loro bombardamenti sulle città principali come Napoli e Reggio.
La nonna ne era terrorizzata, mentre molti abitanti del villaggio scappavano sulle colline non appena sentivano i rombi degli aerei, anche se in realtà non rischiavano niente vista la scarsa, se non nulla, importanza strategica del loro territorio.
La nonna era così spaventata che per lo stress aveva perso il latte, per cui il figlio appena nato dovette venire svezzato da una balia.
Tra i ricordi collettivi tramandati nel paese, Tania è venuta a conoscenza di quando una banda di soldati nazisti che si era persa arrivò in paese affamata, per poi andarsene senza causare danni.
Racconti che mostravano quanto fossero isolati nell’area e come la lontananza dal fronte fosse stata in realtà la loro salvezza.
Il nonno era stato riformato per la Seconda Guerra Mondiale e la passò nei campi, lavorando nella sua fattoria, per poi emigrare in Australia negli anni ’50 in cerca di una vita diversa.
70 anni più tardi, la nipote ispirata da una sua vecchia foto in bianco e nero ritornerà con la fantasia in Calabria per scrivere "Echoes of War".
Ascolta la storia di Tania Blanchard, raccontata a SBS Italian.
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