Domenico e sua moglie sono arrivati in Australia nel 2014.
A maggio 2020, dopo sei anni e mezzo in Australia, sono tornati a vivere in Sicilia. La pandemia di COVID-19 ha avuto un ruolo fondamentale in questa decisione.
“Quando l’Australia è andata in lockdown, quella domenica Morrison disse che quello era il momento di tornare a casa dove c’era più bisogno di noi”, ricorda Domenico.
“In quanto sotto sponsor 2+2, cioè quel visto che può essere rinnovato ogni due anni ma che non ti porta alla PR [permanent residency], sia io che mia moglie non abbiamo goduto di alcuna tutela da parte del governo”.
A fine marzo 2020 sua moglie Annalisa Offerente ha perso il lavoro e i due si sono ritrovati improvvisamente con uno stipendio in meno, senza poter fare domanda per i sussidi JobKeeper o JobSeeker, riservati a cittadini e residenti permanenti.
"Le nostre finanze da marzo sono andate a picco perché con il mio stipendio ci pagavamo tutte le spese", racconta Domenico.
Nel marzo 2020 le autorità australiane hanno annunciato la chiusura dei confini australiani, e il primo ministro Scott Morrison ha fatto un discorso incoraggiando tutti i residenti temporanei a tornare nel loro Paese d'origine.
Domenico e la moglie non sono i soli ad aver scelto di partire.
Tra marzo e il 31 dicembre 2020, ben 11.970 persone con un passaporto italiano sono partite dall'Australia.

Domenico Previti e sua moglie Annalisa. Source: Supplied by Domenico Previti.
Di queste, 6.070 sono partite a marzo del 2020.
Secondo i dati dall'Australian Bureau of Statistics, 32.110 italiani sono partiti dall'Australia tra il 1 gennaio ed il 31 dicembre 2020.
In parte si potrebbe trattare di persone con doppia cittadinanza, ma i dati ci dicono che di essi, 5.090 avevano un Working Holiday Visa, 870 erano lavoratori "Temporary Skilled", 1.980 avevano uno Student Visa, mentre 21.890 erano turisti.
Ad aprile 2020, Domenico e Annalisa hanno comprato il loro biglietto per l'Italia.
Sono contento di questa decisione perché io continuo a lavorare in remoto per l’Australia.
Domenico lavora dalle 10 di sera alle 3 del mattino.
"Riesco ad assistere tutti i miei clienti. Lavoro 50 ore al mese con stipendio australiano [e vivo] in casa di proprietà qui in Sicilia", racconta.
"Ma non voglio lavorare come un vampiro per il resto della mia vita".
Quando Domenico era in Australia con uno student visa, ha conseguito un Diploma ed un Advanced Diploma in Information Technology, e grazie a questi studi gli è stato facile trovare un nuovo lavoro in Italia.
"Da aprile comincerò a lavorare per IBM e questo lo devo all'Australia... Dobbiamo davvero tanto a questa terra".
Annalisa ha scoperto di essere incinta a giugno, coronando il loro sogno a lungo termine di mettere su famiglia in Italia.
"Il COVID ci ha fatto tornare prima", ammette Domenico.
Giuseppe Aiello è arrivato in Australia a 21 anni, nel 2013. Ora, sette anni dopo, ha deciso di tornare in Italia per avvicinarsi alla fidanzata e a sua mamma, che non vede da due anni.

Source: Supplied by Giuseppe Aiello
Era cominciato tutto come un gioco. Avevo pensato 'mi faccio un biglietto per la parte più lontana del mondo cosicché se volessi tornare indietro, ci avrei pensato due o tre volte'.
"E allora ho fatto questo biglietto per l’Australia senza alcuna conoscenza, senza una lingua e senza una professione perché ho sempre giocato a calcio", Giuseppe ha raccontato a SBS Italian.
"Un giorno sono andato a Lygon Street, ho preso il tram, e sono andato tra Brunswick e a Carlton."
A Melbourne Giuseppe ha incontrato dei proprietari italiani di un ristorante, che gli hanno dato un lavoro prima come addetto alle pulizie per tre ore al giorno e poi anche come lavapiatti.
"Mi han detto: 'Sei italiano? Che cosa puoi fare?'".
Sette anni dopo, Giuseppe ha lavorato come cuoco all'apertura di un altro ristorante degli stessi proprietari.
È stata una bella soddisfazione perché cominciare come addetto alle pulizie e poi arrivare dopo sette anni ad aprire un ristorante non è male.
Nonostante l'esperienza positiva, Giuseppe ha già comprato il biglietto per tornare in Italia. Avendo uno Student Visa, sa che tornare in Australia per un po' di tempo gli sarà impossibile. Solo residenti permanenti e cittadini possono entrare nel Paese.
"Ritornerò in Italia il 5 marzo perché principalmente il mio pensiero non è mai stato quello di restare a vita in Australia, perché è troppo lontano".
Per Giuseppe il COVID ha voluto dire non essere in grado di tornare in Italia in vacanza come vorrebbe.
"Se ci fossero stati i confini aperti sarei tornato in Italia per tre mesi o avrei fatto venire qui mia mamma e la mia ragazza". E così ha deciso di tornare.
"Preferisco godermi il presente e ringraziare l’Australia per tutto ciò che mi ha dato e ritornare a casa, e magari avrò un futuro migliore grazie all’Australia".
"Che questa decisione sia giusta o sbagliata si vedrà", ammette.
Giorgia Quercioli è in Italia da tre mesi e mezzo.
È stata in Australia per due anni con un Working Holiday visa che ha rinnovato lavorando nelle farm.
Giorgia faceva la guida turistica nel parco nazionale di Uluru e Kata Tjuta, ma quando il turismo si è bloccato a marzo 2020, Giorgia è rimasta a casa per 5 mesi.
Una volta che il turismo ha ripreso, è riuscita a lavorare per due mesi prima che le scadesse il visto a novembre. E a quel punto ha dovuto rientrare in Italia.
Il mio datore di lavoro era molto soddisfatto di me e a detta loro mi avrebbero anche offerto uno sponsor in una situazione normale, ma con la pandemia, senza il mercato internazionale, non è stato possibile.
“Non volendo fare un visto da studente, alla fine uno molto costoso e non troppo concludente, ho deciso di tornare a casa. E studiare a casa”, Giorgia ha raccontato in un'intervista con SBS Italian.
È un periodo in cui sto cominciando di reinventarmi. In Italia adesso non c’è molto da fare nell’ambito turistico... Fosse per me non sarei mai venuta via. Però come saprai non è facile".
Recentemente il governo ha esteso la chiusura dei confini fino al 17 giugno 2021.
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