"Non è sempre stato facile conciliare lavoro e famiglia, la carriera e i figli. Credo comunque che loro siano cresciuti in maniera resiliente, sapendo che la mamma quando c'è, c'è; ma anche che quando non c'è dovevano cavarsela da soli. Anche il tempo trascorso con il padre è servito per forgiarne la personalità", racconta Camilla Schippa al microfono di SBS Italian.
La storia dell'incontro con il marito è degna di un romanzo: "Mio suocero è un ebreo russo nato in Cina. Essendo un dirigente dell'Olivetti per l'Asia era stato inviato dall'azienda a Perugia per studiare l'italiano. Fu così che conobbe i miei genitori - mio padre e mia suocera giocavano assieme a tennis - e in pratica conobbi il mio futuro marito quando avevamo 5 anni. Poi, pur avendo mantenuto i contatti, ci ritrovammo quando eravamo entrambi adulti e vivevamo a New York. Dopo una vita come amici scoppiò l'amore".
1980: Camilla e la sorella al 50mo compleanno del papà
"Sto lavorando per cercare di replicare il modello di The Social Outfit in altre parti del mondo, soprattutto in Europa, dove voglio dare stimolo a progetti del genere. Dopodiché anche qui, al di fuori dell'iniziative dell'mpresa, sto spingendo i sydneysiders a conoscere le donne immigrate e a fare rete", rivela.
Mi manca l'Italia, ma non è nostalgia. Mi piacerebbe che in Australia si imparasse a vivere la socialità come si vive nel bel PaeseCamilla Schippa
"A livello personale, però, sto parallelamente cercando di trascorrere ogni anno più tempo in Italia.
"Mi mancano le persone a cui voglio bene e che mi conoscono intimamente, come mia madre, mia sorella e le mie amiche di infanzia. Non si tratta solo di nostalgia, perché qui a Sydney mi manca la facilità delle relazioni sociali che si sperimentano quotidianamente Perugia, come l'incontro in piazza o l'aperitivo occasionale".
"Mi piacerebbe che in Australia si imparasse a vivere un pochino come si vive nel bel paese", ammette Camilla Schippa
"Mi riconosco molto nell'imposter syndrome, perché nella mia vita non mi sono mai sentita all'altezza dei compiti che affrontavo. Poi però guardandomi indietro ho visto cosa ho fatto, e ho realizzato di averlo fatto da sola, senza aiuti, quindi sono molto soddisfatta e fiera di aver aiutato tante vite".
"E poi sono fiera della mia famiglia, dei miei ragazzi che sono ventenni e mi danno moltissime soddisfazioni, e specialmente quando li sento parlare italiano e dire "Mamma, la cosa più buona del mondo è un piatto di pasta", rivela Camilla.

Camilla Schippa all'assemblea generale dell'ONU, a New York
"In modo egoista ultimamente mi sono detta: 'Per fortuna non lavoro più all'ONU', perché negli ultimi 5 anni si sono fatti 30-40-50 di anni di passi indietro rispetto a dove eravamo arrivati. La cosa è abbastanza preoccupante e deprimente".
Più l'ambiente verrà degradato, più aumenterà il rischio di violenze e guerre. Purtroppo gli esseri umani non hanno memoriaCamilla Schippa
"Non so quale sia la soluzione, ma credo che risieda nel continuare nel mio piccolo a cercare di migliorare le cose".
"Se tutti pensassero al loro vicinato, e se tutti guardassero al prossimo con curiosità e apprendessero qualcosa dagli altri, le cose in generale migliorerebbero", conclude Camilla.