Giovedì 5 marzo il Primo Ministro Scott Morrison ha annunciato un ennesimo travel ban e misure speciali nei confronti dei viaggiatori provenienti dall'Italia.
Allo stesso tempo, la International Air Transport Association (IATA), dopo due giorni di incontri a Singapore con rappresentanti del settore per discutere della crisi COVID-19, ha incoraggiato il pubblico a viaggiare, sostenendo che in base ai dati disponibili non è provato che i viaggi aerei contribuiscano di per sé al contagio.
Ma chi arriva dall'Italia si chiede: quali sono gli effetti della crisi del coronavirus per quanto riguarda i visti in Australia?
L’agente d’immigrazione Emanuela Canini ha spiegato a SBS Italian quali sono i punti cruciali.
1. Ci sono differenze di trattamento in base al visto che uno possiede quando si arriva in Australia?
Al momento (6 marzo 2020) non ci sono restrizioni agli arrivi italiani, quindi chi ha un visto ed arriva dall’Italia, può ancora entrare. Non ci sono neanche differenze a seconda del visto che si ha e le domande sulla salute sui moduli di richiesta dei visti sono sempre le stesse.
È stato annunciato ieri che gli italiani in entrata verranno sottoposti a controlli che includono domande sulla loro salute e la verifica della temperatura corporea alla partenza e all’arrivo.
Le decisioni sui divieti e gli screening, ha reso noto l’Attorney General Christian Porter, vengono prese dal governo monitorando quotidianamente la situazione mondiale. Per determinare l'entità dell'epidemia in diversi Paesi si adottano diversi metodi, tra cui quello di calcolare a ritroso la gravità della diffusione del virus, a seconda del tasso di mortalità.
In Iran, ad esempio, il tasso di mortalità è estremamente elevato per il numero di contagi che hanno confermato, indizio, per il governo australiano, che il numero di casi nel Paese potrebbe essere molto più alto delle cifre ufficiali. Da qui la decisione di chiudere le porte a chi entra dall’Iran (e non è cittadino australiano o residente permanente).
Per quanto riguarda la Corea del Sud, il governo ha sospeso gli ingressi per precauzione, visto l’elevatissimo numero di persone in entrata.
2. In molti rimandano i viaggi tra Italia e Australia. È possibile farsi rimborsare i costi del visto?
Al momento non ci sono misure del genere, racconta Emanuela Canini a SBS Italian.
Se si decide di non viaggiare per scelta e non ci sono restrizioni ad entrare in Australia, la possibilità di un rimborso per i costi del visto è altamente improbabile.
Quando parliamo di rimborsi sui visti è sempre una nota dolente, perché questo non avviene quasi mai
3. Se sono costretto alla quarantena al mio arrivo in Australia, come posso rifare la tessera Medicare?
La copertura sanitaria si attiva all’entrata in Australia. È necessario recarsi agli uffici Medicare per registrarsi, avere materialmente la tessera per usufrire dei servizi e non pagare direttamente.
Se non si è registrati si dovrà fare fronte ai costi per poi chiedere il rimborso in un secondo momento dopo la registrazione.
In ogni circostanza, gli arrivi dall’Italia saranno coperti dal servizio sanitario per sei mesi dall’entrata in Australia.
4. Ho deciso di annullare il volo, ma presto compirò 31 anni. Il mio visto Working Holiday Visa sarà valido più avanti?
Una volta che un visto WH viene approvato al di fuori dell’Australia, si hanno 12 mesi di tempo per entrare. Se l’età cambia e si compiono 31 anni non è un problema, in quanto l’età è un requisito da soddisfare al momento della richiesta. Una volta che il visto è stato approvato, non si cancella per l’età.
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