A causa della deforestazione, in tutto il mondo negli ultimi 20 anni sono andati persi 420 milioni di ettari di foresta, un'area equivalente alla superficie dell’Europa.
La "Forest and Climate Leaders' Partnership" è una collaborazione tra 27 Paesi, inclusa l'Australia, che si è formata a margine dellla COP27 - il vertice delle Nazioni Unite che si è tenuto in Egitto - con l'obiettivo di creare strategie per combattere la deforestazione, ampliare la superficie delle foreste e sostenere le iniziative delle popolazioni indigene che salvaguardano i polmoni verdi del globo.
"Per evitare il disastro socio-ecologico, servirà una rivoluzione" si legge nella prefazione del libro di Monica Gagliano dal titolo “Così parlò la pianta”, recentemente pubblicato in Italia dalla casa editrice Nottetempo ("Thus Spoke the Plant", Random House).

La copertina del libro “Così parlò la pianta” di Monica Gagliano, edito in Italia da Nottetempo. Credit: facebook.com/edizioni.nottetempo
Secondo Gagliano, “Il problema parte da un grande paradosso. Da un punto di vista scientifico, il principio più profondo è l’obbiettività, che significa una separazione tra chi osserva, lo scienziato, e l’osservato, che potrebbe essere una foresta, un albero, un animale... Che noi percepiamo come una realtà esterna. Il problema è che la percezione umana è soggettiva”.
“Finiamo per credere in un mito che ci separa dalla natura quando invece non è possibile perché tutto quello che facciamo è soggettivo e ha prodotto un ‘confinement’ tecnologico che ha ridotto la nostra capacità di analisi dei cambiamenti in corso”, spiega ai microfoni di SBS Italian.
Il libro, continua Gagliano, rappresenta un piccolo contributo su come creare un approccio diverso.
“L’uomo pensa di sapere e sapere meglio, ma non si considera parte di una comunità non solo umana che è stata qui da molto più tempo, nella quale esiste un sapere intrinseco che ha le soluzioni per gestire i cambiamenti che sta attraversando il nostro pianeta”.
“Per me la terra contiene l’essenza di tutto il nostro passato, le nostre storie, le nostre qualità spirituali. È necessario onorare questa nostra ‘ancestry’”.