I contadini, originari del Veneto e del Friuli, erano stati trascinati in quella disavventura da un nobile francese che li aveva convinti a cercare fortuna in una fantomatica terra fertile ai tropici, la Nuova Francia.
Esaurite le scorte alimentari e minacciati dalle malattie, dai monsoni e dai cannibali, decine di loro cominciarono a morire.
I superstiti vennero accolti come profughi dalla colonia del NSW, il cui governatore aprì loro le porte dell'Australia.
Con l'obiettivo di favorirne l'integrazione nella società civile, le autorità imposero ai 217 esuli lo studio della lingua inglese e l'obbligo di separarsi per un anno da amici e parenti.
I contadini del Triveneto accettarono quelle condizioni, ma appena possibile si trasferirono in una regione nel nord del NSW.
E in quella zona fondarono dal nulla una cittadina tutta loro.