Nata a Ingham, in Queensland, da genitori abruzzesi, Angelina Mastrippolito ha un buon ricordo della sua infanzia trascorsa ai tropici, in una piccola comunità molto italiana, ma ricorda le tensioni fortissime tra suo padre e suo nonno, tensioni che da bambina non sapeva interpretare.
Crescendo ha poi dovuto lei stessa scontrarsi con la propria famiglia, che non ne comprendeva le aspirazioni professionali, e, anche a causa del suo lavoro, si è temporaneamente allontanata dalla sua italianità.
Ora, attraverso la scrittura della sua autobiografia, Le Seconde, Angelina si è non solo riconnessa alle sue radici italiane, ma ha anche ricostruito le vicende biografiche della sua famiglia comprendendo meglio gli eventi storici da cui sono state profondamente segnate.
"Quando in Australia parliamo degli immigrati italiani e in particolare delle donne, penso che la storia non faccia giustizia al loro coraggio e ai loro sacrifici", spiega Angelina al microfono di SBS Italian. "Per loro è stato tanto, tanto difficile".
Clicca sul tasto 'play' in alto per ascoltare l'intervista

Una foto scattata durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre di Angelina è in basso a sinistra. Credit: courtesy of Angelina Mastrippolito
Nel lontano 1927, il nonno di Angelina fu il primo membro della famiglia ad emigrare dall'Abruzzo per arrivare in Australia. Veterano della prima guerra mondiale, arrivò Down Under con la speranza di far soldi e di portarci anche la sua famiglia, ma a causa dell'impatto della Grande Depressione trovò solo lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero.
A casa mia c'erano tante discussioni sulla guerra, da piccola non capivo perché mio nonno e mio padre erano sempre così arrabbiatiAngelina Mastrippolito
"Mio nonno ha lasciato mia nonna [in Italia] quando mio padre aveva cinque anni", racconta Angelina. "Mia nonna era incinta, mia zia non era ancora nata".
La moglie non volle raggiungerlo con i figli in Australia, e nel frattempo scoppiò la seconda guerra mondiale. Il nonno dell'autrice, fascista convinto, a quel punto venne internato come nemico nei pressi di Adelaide, un destino condiviso da tanti altri italiani presenti all'epoca nel Paese.
Dopo la guerra anche il padre di Angelina decise di trasferirsi in Australia: quando suo padre era partito lui aveva solo cinque anni, e non si erano più rivisti. L'esperienza bellica del papà di Angelina nel frattempo aveva fatto nascere in lui un forte antifascismo, condiviso dalla giovane moglie che lo raggiunse pochi anni dopo.

La copertina del libro di Angelina Mastrippolito. Credit: courtesy of Angelina Mastrippolito
Crescendo in Australia, Angelina ha poi dovuto fare i conti a sua volta con le aspettative che la famiglia nutriva nei suoi confronti, aspettative molto tradizionali che non lasciavano spazio alle sue aspirazioni accademiche e professionali.
Nel suo libro racconta le difficoltà che, come figlia di emigrati, parte delle "seconde generazioni", ha dovuto affrontare per potersi realizzare.
L'aspettativa nei miei confronti non era che studiassi o che avessi una carriera; quando me ne sono andata di casa per iniziare a lavorare a Brisbane mio padre non mi ha parlato per sei mesiAngelina Mastrippolito
Dotata accademicamente, Angelina si scontrò con la famiglia prima per studiare all'università a Brisbane e Canberra e poi per lavorare a Sydney, dove, nonostante le riserve dei genitori, si affermò professionalmente come attuaria, in un campo professionale allora dominato dagli uomini e da persone di background anglosassone.
"Quando sono venuta a Sydney, spesso dove lavoravo nessuno era italiano, e nessuno era donna", ricorda Angie.
Dopo anni in cui ha dovuto assimilarsi per integrarsi al meglio, ora Angelina è fiera di potersi identificare senza escludere nessuna delle sue appartenenze: "sento che posso essere australiana e anche italiana; non si deve essere una cosa o l'altra, essere tutte e due è importante per me come è importante per tanti immigrati".

Un ritratto di Angelina. Credit: courtesy of Angelina Mastrippolito