Il dottor Andrea Fanti, questo il nome del protagonista nella fiction, non ricorda di essere primario dell'ospedale dove lavora e non ricorda nemmeno la sua famiglia per come la ritrova al suo risveglio.
A causa di un incidente, la sua memoria è catapultata indietro nel tempo, nel 2001 invece che nel 2013 (anno effettivamente in corso ai tempi della vicenda).
Luca Argentero, protagonista della serie che sarà disponibile da questa sera, giovedì 20 maggio, su SBS On Demand, ci ha raccontato com’è stato indossare i panni di questo medico.
“È davvero difficile immedesimarsi in una storia del genere e, per farlo al meglio, ho attinto molto dalla disponibilità di Pierdante [Piccioni, protagonista della storia vera]”, racconta ai microfoni di SBS.
“Nella serie abbiamo messo in scena la complessità di questa storia che vede interagire tre protagonisti della vicenda. Il primo è Andrea Fanti da giovane, proprio all’inizio della sua carriera lavorativa. Il secondo è il dottore prima del trauma, una persona fredda, cinica e poco empatica con i suoi pazienti, e il terzo è l’uomo nuovo che si risveglia dal coma”.
La parola chiave di questa storia secondo Luca Argentero è empatia.
“Mai come oggi che siamo costretti a parlarci attraverso uno schermo e abbiamo meno occasioni di confronto, stabilire un contatto empatico con chi si ha di fronte è importante. Probabilmente l'empatia ci salverà la vita”, aggiunge Argentero.
“Dobbiamo sforzarci di mantenere un rapporto vero con le persone. Guardarci negli occhi e metterci nei panni dell’altro è cruciale e ci aiuta ad avere un interesse sincero per chi abbiamo di fronte”.
Quando Argentero, il regista e i colleghi del cast hanno deciso che era importante fare in modo che le persone conoscessero questa vicenda incredibile, hanno voluto porre l'accento sulla parte umana di tutta la storia.
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“Il protagonista riscopre il suo attaccamento all'essere umano. Riscopre l'importanza dello stabilire una connessione reale con gli altri”.
Nel caso del dottore, questo avviene dopo aver scoperto che “i pazienti non sono solo dei numeri scritti su di una cartella clinica, ma sono persone, e capendo meglio chi lui ha di fronte riesce a curarlo meglio”.
Questa serie porta con sé una metafora, secondo l'attore, ed è “la metafora della cura. Questa storia ci deve insegnare che prenderci cura l’uno dell'altro è ciò che salverà l'essere umano da se stesso”.
Ascolta l'intervista integrale a Luca Argentero
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