In evidenza
- Il governo federale ha lanciato un processo di consultazione per riformare il sistema di leggi che regolano l'immigrazione
- Decine di organizzazioni sono state invitate ad inviare i propri suggerimenti su come cambiare il sistema
- Tra queste organizzazioni spicca il Migration Institute of Australia, la principale associazione che rappresenta gli agenti d'immigrazione australiani
Nei mesi scorsi, il governo Albanese ha invitato decine di organizzazioni comunitarie ed istituzionali ad inviare proposte, feedback e suggerimenti in vista di una possibile riforma del sistema di migrazione australiano.
Il Migration Institute of Australia, che è l'associazione principale degli agenti di immigrazione australiani, ha presentato diverse proposte in vista di quella che si preannuncia una riforma globale della politica migratoria.
"Speriamo che questa sia la volta buona che il governo proceda con una riforma comprensiva del sistema, che al momento risulta essere inadeguato ed antiquato", afferma l'agente di immigrazione Emanuela Canini.
Il primo punto allo studio del governo è la revisione del numero dei visti, che al momento risultano essere circa un centinaio.
"Bisogna inoltre procedere con il ripristino dei canali di comunicazione con il ministero dell'immigrazione sia per coloro che richiedono i visti, sia per gli agenti di immigrazione", dichiara Emanuela Canini.
"Negli ultimi anni infatti, si è andato via via creando un sistema a senso unico dove i soli a porre domande erano gli agenti del governo, mentre le questioni poste dai richiedenti visto e dagli agenti di immigrazione non venivano prese in considerazione".
Il fulcro centrale della riforma del sistema di immigrazione, però, è quello di capire chi dovrebbe entrare e rimanere in Australia, visto che il sistema dovrebbe supportare lo sviluppo economico del Paese.
"La prima proposta mossa dal MIA è dunque quella di raggruppare le liste di occupazioni e diminuirne il numero".
"Al momento si contano 49 liste e sottoliste, il ché risulta essere una follia", sostiene l'agente di immigrazione Emanuela Canini.
Un'altra proposta mossa dal Migration Institute of Australia è quella di abolire il Labour Market Testing, cioè quel requisito secondo cui lo sponsor deve dimostrare di non aver trovato nessun candidato locale per ricoprire l'incarico vacante.
"Questa misura è diventata un po' una farsa, soprattutto quando la persona da sponsorizzare già lavora per quell'azienda da molto tempo".
C'è spazio anche per una proposta che riguarda il salario minimo necessario affinché si possa sponsorizzare un lavoratore.
"Il MIA ritiene che sia necessario distinguere tra coloro che ottengono un visto per lavorare in uno dei principali centri urbani e coloro che invece andranno a lavorare nella aree rurali del Paese, facilitando questi ultimi a stabilirsi al di fuori delle grandi città".