Il nuovo museo di Sydney riflette la “personalità di questa bellissima città”

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Fotografia aerea della SANAA della Art Gallery of New South Wales. Credit: Iwan Baan

Grazie ad un investimento record da 344 milioni di dollari tra governo e privati, il “Sydney Modern Project” ha raddoppiato lo spazio espositivo dell’Art Gallery of New South Wales creando un nuovo campus dedicato alle arti.


Il “Sydney Modern Project”, il più ambizioso progetto culturale nella capitale del NSW dalla realizzazione dell’Opera House, è stato inaugurato il 3 dicembre 2022.

Si tratta di un ampliamento dell’Art Gallery of New South Wales, che ha trasformato la galleria fondata nel 1872 in un campus dedicato alle arti che si affaccia sul Sydney Harbour.

“Quello che piace di questo progetto è che hanno capito il posto dove andavano a costruire il "Sydney Modern Project" [...] Un progetto brillante che ha permesso di raddoppiare lo spazio espositivo della galleria d’arte esistente grazie ad una serie di padiglioni collegati tra loro da grandi vetrate”, racconta Anita Belgiorno-Nettis dell'Art Gallery of NSW Trust, ai microfoni di SBS Italian.
Il progetto è stato curato dallo studio SANAA degli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryūe Nishizawa, ai quali 2008 è andato il Leone d'Oro alla IX Mostra Internazionale di Architettura di Venezia e due anni dopo il Premio Pritzker, “una sorta di equivalente del Nobel per l’architettura”, spiega ancora Belgiorno-Nettis.

“Quando si entra c’è la curiosità di vedere tutti questi nuovi spazi che hanno creato pur sentendosi una visione, una luce che rende questa nuova galleria uno spazio che rispecchia molto Sydney. Hanno capito la personalità di questa bellissima città”.

Il progetto architettonico include tre padiglioni rivestiti dalla pietra calcarea tipica chiara della zona e 3400 metri quadrati di terrazze e cortili, mentre gli spazi interni si dividono tra aree che ospitano la collezione permanente del museo e aree dedicate alle esposizioni temporanee.

“The Tank” è un'area sotterranea ricavata da un bunker per lo stoccaggio di carburante realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale e poi caduto in disuso che gli architetti hanno trasformato in uno spazio di 2200 metri quadrati per l'allestimento di mostre.

“Uno spazio unico di 7 metri di altezza, che ospiterà allestimenti temporanei, una sensazione unica entrare in questo bunker”.
Adrian Villar Rojas; The End Of Imagination
Installation view of Adri á n Villar Rojas The End of Imagination 2022 in the Tank at the Art Gallery of New South Wales. Credit: Jörg Baumann
La molteplicità delle suggestioni che informa il progetto architettonico si rispecchia nella scelta curatoriale delle opere esposte, a partire dalla galleria dedicata all’arte aborigena.

“Si voleva dare piena luce all’arte indigena”, spiega Belgiorno-Nettis, “mentre nella galleria esistente la galleria di arte indigena era all’ultimo piano adesso invece il primo spazio espositivo che si incontra è proprio la Yiribana Gallery”, spiega Belgiorno-Nettis.

Oltre al riallestimento della collezione permenente, il museo ha commissionato nove monumentali nuove opere di artisti internazionali: Lorraine Connelly-Northey, Karla Dickens, Simryn Gill, Jonathan Jones, Yayoi Kusama, Lee Mingwei, Richard Lewer, Lisa Reihana e Francis Upritchard.
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Installation view of the Yiribana Gallery featuring (from left) Yukultji Napangati Untitled 2005, Doreen Reid Nakamarra Untitled 2007, Bobby West Tjupurrula Tingari sites around Kiwirrkura 2015 and Ronnie Tjampitjinpa Tingari fire dreaming at Wilkinkarra 2008, and (top) Yhonnie Scarce Death zephyr 2017. Credit: Art Gallery of New South Wales, Zan Wimberley.
Come fa notare Anita Belgiorno-Nettis, sei dei nove artisti commissionati sono donne, un dato che rappresenta una scelta di genere ben precisa fatta dai curatori. Tra le opere esposte, quelle realizzate da artiste donne sono infatti più numerose di quelle dei colleghi uomini.

Anche rispetto alla sostenibilità il “Sydney Modern Museum” rappresenta un’eccellenza, avendo ottenuto la più alta certificazione in Australia (Green Star Rating System) nell'ambito museale.

"Il 100% del fabbisogno energetico del nuovo edificio è alimentato da energia rinnovabile, con oltre il 10% del fabbisogno energetico generato da pannelli solari sul tetto del padiglione d'ingresso".

“Più di 8000 metri quadrati sono stati dedicati ad aree verdi, sulle quali sono state piantate specie autoctone”, conclude Belgiorno-Nettis.

Il progetto è il frutto di un investimento di 244 milioni di dollari da parte del governo del NSW e oltre 100 milioni di dollari da parte di donatori privati: si tratta della più grande partnership tra pubblico e privato mai realizzata in Australia per un progetto culturale.
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