L'Australian Koala Foundation ha annunciato che la popolazione dei piccoli marsupiali in Australia non supera gli 80.000, numero che li rende "funzionalmente estinti".
Il 15 febbraio 2019, il Presidente del World Wide Fund for Nature (WWF) Pavan Sukhdev aveva indirizzato al Primo Ministro Scott Morrison una lettera invitando il governo australiano a intraprendere un'azione concreta per salvare i koala.
"La deforestazione sta causando la perdita di habitat per i koala," aveva detto Sukhdev.
Riferendosi al 'Living Planet Report' del WWF pubblicato a ottobre dello scorso anno, Sukhdev aveva detto che la costa orientale dell'Australia era nella lista degli 11 posti al mondo dove c'è allarme deforestazione e che l'Australia era l'unica nazione sviulppata ad essere su questa lista.
"L'Australia ha anche il tasso più veloce di estinzione di mammiferi al mondo," aveva aggiunto Sukhdev.
Valetina Mella, ricercatrice presso la School of Life and Environmental Sciences della University of Sydney dove studia in particolare proprio i koala, parlando con SBS Italian, ha spiegato che cosa voglia dire per i koala essere "estinti a livello funzionale".

Valentina Mella. (University of Sydney). Source: Photo credit: University of Sydney.
"L'estinzione a livello funzionale vuol dire che una specie non svolge più il ruolo significativo che una volta svolgeva all'interno dell'ecosistema. Questo succede quando una specie è troppo ridotta, oppure quando ad esempio non è più in grado di riprodursi in maniera efficace".
E purtroppo per i koala questo è un grande problema.
"Uno dei grandi pericoli che affligge i koala è questa terribile malattia che è la clamidia che porta sterilità e quindi purtroppo questi animali non sono più in grado di riprodursi," spiega Melli.
"Stiamo cercando di capire le origini di questa malattia perché la specie di clamidia che affligge i koala non è una specie autoctona all'Australia. Quindi sembra che ancora una volta siamo stati noi a portare questo problema".
Non si sa esattamente perché i koala siano particolarmente suscettibili a questa malattia, e altri marsupiali invece non lo siano.
"Noi all'università di Sydney stiamo cercando di capire come l'hanno presa, come primo punto".

Valentina Mella, al lavoro a Gunnedah, nel New South Wales. (University of Sydney) Source: University of Sydney
"Quando l'uomo bianco è arrivato, ha cominciato a portare pecore, bovini. Malattie che vengono portate con questi animali in ambienti dove non ci sono mai state e purtroppo alcuni animali diventano molto sensibili".
L'atro problema fondamentale è che quando una popolazione è sotto stress il sistema immunitario non agisce bene come dovrebbe.
"Alcune delle ipotesi che noi facciamo all'università di Sydney è che quando una popolazione di koala è particolarmente stressata - ad esempio durante cambiamenti climatici quando le temperature sono molto alte o quando c'è un cambiamento al livello del loro ecosistema come un evento di deforestazione - questi animali diventano più stressati e quindi protrebbe essere che diventino più suscettibili alla malattia".

Source: courtesy of Valentina Mella
"Stiamo guardando queste cose e cercando di capire".
Putroppo l'incidenza di questo tipo di malattia si è intensificata moltissimo, spiega Mella.
"A Gunnedah, nel nord-ovest del New South Wales, c'è stato in incremento di incidenza di clamidia incredibile, con il 70 per cento dei koala nella zona con questa malattia".
Il problema della clamidia è che ci sono delle cure ma non sono efficaci nel metabolisomo dei koala.
"La medicina non agisce come dovrebbe," spiega Mella.
"Siamo in un dilemma - se li lasciamo come sono, muoiono e se gli diamo la medicina, muoiono lo stesso".

Valentina Mella. (University of Sydney) Source: courtesy of Valentina Mella
"L'università della Sunshine Coast ha raggiunto uno stadio avanzato nella ricerca di un vaccino, ma anche in presenza di un vaccino, bisogna dimostrarne l'efficacia e poi la copertura".

Valentina Mella rilascia un koala nella regione intorno a Gunnedah, in New South Wales. (University of Sydney) Source: University of Sydney