Il team Onda Solare torna Down Under per partecipare alla ormai tradizionale Bridgestone World Solar Challenge, a cui prese parte per la prima volta nel 2005.
All'epoca il veicolo "era una bicicletta che aveva una motorizzazione elettrica solare di ausilio", spiega il professor Giangiacomo Minak, che insegna alla facoltà di ingeneria industriale ed è coordinatore del secondo ciclo di laurea di ingegneria meccanica per la sostenibilità dell'Università di Bologna.
"Il veicolo di quest'anno è una derivazione diretta di quello che abbiamo utilizzato per la Sasol Solar Challenge dell'anno scorso in Sud Africa, ottenendo il primo premio come veicolo multioccupante e anche il premio della BMW per l'eccellenza nell'innovazione per le sospensioni", spiega.
La Emilia 5.9 dovrà percorrere gli oltre 3000 km del percorso da Darwin ad Adelaide, attraversando da nord a sud il continente australiano.
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"Quest'anno dal punto di vista tecnico abbiamo migliorato ancora le sospensioni posteriori, e poi proponiamo un sistema di sospensioni anteriori completamente nuovo, veramente innovativo", spiega Minak.
Tra le novità c'è anche un sistema di intelligenza artificiale che supporterà i piloti dando informazioni sul regolamento della gara, per garantire l'adesione alla normativa.
La sperimentazione continua che viene condotta sui veicoli che partecipano alle competizioni World Solar Challenge, sottolinea il professore, non ci avvicina forse alla diffusione in larga scala di veicoli alimentati dall'energia solare, ma può contribuire ad una maggiore efficienza dei veicoli in uso.

Emilia 5.9, la vettura che parteciperà alla World Solar Challenge in terra australiana nel 2025. Credit: Morena Falcone
Come il team Archimede, squadra italiana che partecipa per la prima volta alla gara australiana, Onda Solare è ospite dell'Italian Club Darwin.
"Ci sono venuti incontro in tutti i modi possibili, ci stiamo meglio che a casa", conclude ridendo Minak.