Un nuovo rapporto realizzato dal Migrant Workers Centre e da Unions NSW ha messo in luce come ancor oggi nel mercato del lavoro australiano esistano discriminazioni di vario tipo, che incidono in diverso modo sulla vita professionale di chi non è cittadino australiano.
Unlocking Talent è il nome di questo studio condotto con la collaborazione di oltre 1200 migranti, che riporta tra l'altro come il 39% dei partecipanti abbia dichiarato di aver visto precluse delle opportunità di lavoro a causa del loro visto.
Ancor più preoccupante è forse il dato che indica come il 21% dei partecipanti allo studio dica di aver ricevuto un'offerta economica ridotta semplicemente in quanto non australiani.
"Queste cose succedono in Australia tutti i giorni, purtroppo", dichiara Massimo Calosi che è Ambasciatore Biculturale al Migrant Workers Centre di Melbourne.
La discriminazione è diffusa anche nella scelta dei nomi dei candidati, e chi ha un nome "difficile da pronunciare” raramente viene preso in considerazione per un colloquio.dal rapporto Unlocking Talent: Empowering Migrant Workers with Equal Work Opportunities
Lo studio si conclude con dieci suggerimenti per migliorare la situazione, che vanno dal rendere lo sponsor meno legato ad una singola azienda bensì ad un settore economico, alla protezione legale per chi denuncia abusi e alla semplificazione del processo per il riconoscimento dei titoli di studio esteri.

Massimo Calosi è Ambasciatore Biculturale al Migrant Workers Centre di Melbourne.



