Secondo il Grattan Institute, "lo sfruttamento dei lavoratori immigrati in Australia deve finire"

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Lo sfruttamento nei confronti dei lavoratori stranieri è particolarmente diffuso nei settori della ristorazione, edilizia e servizi in Australia. Credit: Pixabay

Secondo uno studio del Grattan Institute, gli immigrati giunti negli ultimi cinque anni hanno il doppio delle probabilità rispetto a chi risiede in Australia da più tempo di essere sottopagati.


Short-changed: How to stop the exploitation of migrant workers in Australia” è il titolo di un rapporto pubblicato dal Grattan Institute la scorsa settimana.

Il documento si apre con una dichiarazione d'intenti: “lo sfruttamento dei lavoratori immigrati in Australia deve finire", si legge nel rapporto. "Lo sfruttamento non solo danneggia gli immigranti ma indebolisce anche il potere contrattuale dei lavoratori australiani, danneggia le imprese che fanno la cosa giusta, danneggia la nostra reputazione internazionale e mina la fiducia nel nostro sistema di immigrazione”.


Secondo lo studio del Grattan Institute, i migranti giunti negli ultimi cinque anni hanno il doppio delle probabilità rispetto ai residenti di lungo periodo di essere sottopagati: fino al 16% dei nuovi arrivati viene pagato meno del salario minimo (21.38$ l'ora).

Il documento consiglia una serie di cambiamenti nel sistema di immigrazione per eliminare il problema dello sfruttamento dei lavoratori stranieri che secondo Alessia Comandini, avvocatessa specializzata in diritto di immigrazione di base a Sydney, riguarda in particolare le categorie “Working Holiday Visa” e “Student Visa”.

Tra le 27 raccomandazioni del rapporto c'è la ridenominazione del Fair Work Ombudsman come Workplace Rights Authority, conferendogli maggiori poteri e maggiori finanziamenti.

Secondo il rapporto, il Fair Work Ombudsman ha inflitto ai datori di lavoro sanzioni per quattro milioni di dollari lo scorso anno finanziario, rispetto all'ufficio delle imposte (A.T.O.) che ha addebitato loro tre miliardi di dollari e all'ACCC che ha imposto sanzioni per oltre 230 milioni di dollari.


ll rapporto chiede anche la creazione di un nuovo Workplace Justice Visa, per consentire ai lavoratori di rimanere in Australia mentre denunciano lo sfruttamento.

La ministra degli Interni Clare O'Neil ha definito lo sfruttamento dei lavoratori "contrario ai valori australiani", e ha dichiarato che il governo ha ampliato i percorsi verso la residenza permanente per tutti i titolari di visti qualificati temporanei.

L'avvocatessa di JobWatch e membro del COMITES del Victoria, Gabrielle Marchetti, ha ricordato ai microfoni di SBS Italian che "i diritti del lavoro qui in Australia si applicano nello stesso modo a tutti gli impiegati, non solo chi ha la permanent o la cittadinanza", segnalando gli enti preposti alla tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, come JobWatch e Fairwork Australia.

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