La recente decisione da parte della Reserve Bank of Australia, la Banca Centrale Australiana, di non alzare i tassi d’interesse si inserisce in un contesto finanziario nel quale il mercato immobiliare, nel mese di febbraio, sembra avere il fiato corto, almeno a Sydney e a Melbourne.
Punti chiave
- La Reserve Bank of Australia ha deciso di non aumentare il tasso di interesse, mantenendolo al minimo storico dello 0,1%
- Il previsto aumento del caro-vita sembra essere alla base di questo approccio prudente da parte della RBA
- Il Business Council of Australia ha espresso perplessità sul futuro dell’economia australiana
Secondo Massimiliano Tani, professore di finanza della University of NSW di Canberra, questa decisione non ha comunque impedito alle banche commerciali di alzare i propri tassi di circa lo 0.4% nelle ultime due settimane.
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Se i tassi di interesse della Banca Centrale non aumentano, lo stesso non si può dire per il costo della vita. L’Australia è in possesso di grandi quantità di materie prime, e questo potrebbe far pensare ad un vantaggio per le tasche degli australiani.
Secondo Tani, però, “gli interessi di lucro” del mercato internazionale e quelli fiscali del governo federale fanno sì che il prezzo riservato al mercato australiano non sia diverso da quello deciso per altri mercati.
Infine, Tani ha analizzato le reazioni del Business Council of Australia, che ha al suo interno pezzi grossi del business australiano come il CEO della Qantas Alan Joyce ed il presidente della CBA Matt Comyn.
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Recentemente, il BCA si è dichiarato non ottimista sul futuro dell’economia australiana, a causa della mancanza di lavoratori specializzati, delle relazioni industriali complesse e di un sistema fiscale non competitivo.
Secondo Tani il BCA vorrebbe rivedere alcune procedure, come quella legata agli awards, che a detta del presidente del BCA Tim Reed sarebbe “troppo complicata”.
Ascolta l’analisi sulla finanza australiana del professor Massimiliano Tani:
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