La lotta per tenere vive le lingue aborigene

In Australia, la maggior parte delle lingue aborigene rischia di andare perduta per sempre; ecco come diverse comunità stanno lavorando per preservarle e rianimarle.

Clan members of the Yolngu people perform the Bunggul traditional dance during the Garma Festival (AAP)

Clan members of the Yolngu people perform the Bunggul traditional dance during the Garma Festival (AAP) Source: AAP

Secondo le Nazioni Unite ci sono 370 milioni di indigeni al mondo, in 90 Paesi, e mentre costoro rappresentano meno del 5% della popolazione, essi parlano la maggior parte delle 7.000 lingue che si ritiene esistano al mondo, ed appartengono a 5.000 culture diverse. 

Oggi venerdì 9 agosto segna la Giornata internazionale delle popolazioni indigene, che quest'anno si concentrerà sugli sforzi per far sì che queste lingue non vengano perdute per sempre. 
Susan Poetsch è la direttrice del programma Master di educazione alle lingue indigene presso l'Università di Sydney.

Secondo lei, prima della colonizzazione europea, in Australia venivano parlate tra 250 e 300 lingue.

"Queste sono lingue distinte, poi tante lingue hanno anche i loro dialetti reciprocamente comprensibili da persone che parlano la stessa lingua, quindi se si contano anche i dialetti, il numero sale a 600 o 800," ha affermato Poetsch. 

Secondo Poetsch, sono solo 13 le lingue tradizionali che oggi giorno vengono insegnate ai bambini indigeni e che sono parlate da tutte le generazioni in una comunità.

"Tutte le altre lingue rischiano seriamente di scomparire, il che significa che solo gli elders le parlano, quindi è importante che le generazioni più giovani prendano parte agli sforzi che cercano di mantenerle vive," ha aggiunto  Poetsch. 

"Altrimenti saranno lingue che potranno essere ravvivate soltanto da una combinazione di fonti storiche e archivi, e dalla conoscenza frammentata all'interno delle comunità".

La riscoperta del palawa kani in Tasmania

Il Tasmanian Aboriginal Centre è un’organizzazione per la preservazione delle lingue aborigene in Tasmania.  

Fin dall'inizio degli anni 90, il centro ha cercato di ravvivare la lingua palawa kani usando records scritti lasciati dai primi coloni ed esploratori. 

Come spiega la coordinatrice per il ravvivamento del palawa kani Annie Reynolds, tutte le lingue aborigene parlate in Tasmania prima della colonizzazione, le quali si stima fossero tra 8 e 16, sono state perdute per via della violenza inflitta alle comunità aborigene. 

"Non è stato possibile ravvivare nessuna di queste lingue nella loro interezza, ma usando le informazioni che abbiamo, il palawa kani, una lingua che copre tutta la Tasmania, può venire salvata usando il più possible parole provenienti dalle varie lingue originali". 

Vari linguisti hanno lavorato con comunità aborigene per recuperare e identificare i vari suoni e significati di parole rimaste solo nei records storici. 

Comparando la lingua parlata con le parole scritte, i ricercatori sono riusciti a ricreare un alfabeto, e due dizionari, di cui uno con 900 parole, spiega Reynolds. 

"Oggi è addirittura possibile dire delle intere frasi in palawa kani. Siamo anche riusciti ad identificare degli elementi della grammatica, cosa che prima sarebbe stata impensabile". 

Il palawa kani viene insegnato alle generazioni più giovani, nella speranza che condividano quello che hanno  imparato con le loro famiglie.
Secondo Reynolds un grande passo in avanti sarebbe usare ancora di più i nomi di luoghi aborigeni in Tasmania.  

"Questo è già un buon modo per far sì che vengano usati dei termini aborigeni ed farlo ulteriormente sarebbe un modo per mostrare rispetto per le lingue aborigene da parte dello stato e dei suoi residenti, riconoscendo che questi erano i nomi originali di questi luoghi".

Gliu sforzi per tenere vivo il warlpiri nel Northern Territory

Nella regione Tanami del Northern Territory, il linguaggio tradizionale viene preservato grazie al Warlpiri Education and Training Trust. 

La lingua warlpiri è una delle lingua tradizionali d'Australia più parlate, con circa 3 mila persone che la parlano, ma è stata classificata dall'UNESCO come vulnerabile. Secondo il direttore del Lajamanuelder and Kurra WETT Committee Robyn Lawson, il linguaggio è importante per le comunità warlpiri in quanto li collega alla loro cultura, ai loro antenati e alla Terra. 

"La miniera di Newmont ha fissato un meeting con le donne Walpiri del Central Land Council ed i custodi tradizionali ed hanno creato un trust nel 2005," ha detto Lawson. 

"L'dea era di usare le royalties provenienti dalla miniera per l'educazione. Gli specialisti sono andati in 4 comunità - Lajamanu, Yuendumu, Nyirrpi and Willowra - per chiedere quali programmi desiderassero", ha spiegato Lawson. 

Il programma è attivo tutt’oggi. 

"Abbiamo insegnanti - persone sia indigene che non indigene che lavorano nella scuola locale. Abbiamo anche dei programmi che coinvolgono degli anziani per insegnare il warlpiri a scuola. Abbiamo bisogno di creare più programmi, e di rafforzare i programmi esistenti. E vorrei vedere più giovani tirarsi su, essere forti e trovare un lavoro."
Potete ascoltarci anche qui http://bit.ly/SBS-Italian-Radio

 


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Published

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By Amy Hall, Chiara Pazzano

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