Il 14 febbraio 2021, con un gesto d’amore verso il mare e i suoi abitanti, verranno liberati nelle acque pugliesi due esemplari di tartaruga caretta sfuggiti ad un tragico destino.
Le due Caretta caretta, rimaste impigliate nelle reti di un peschereccio il 29 gennaio, sono state tratte in salvo e affidate agli operatori del Crtm di Manfredonia (Centro di recupero di tartarughe marine) che le hanno ribattezzate Romeo e Giulietta. Il centro è gestito dall'associazione ambientalista Legambiente.
Diversamente dall’epilogo shakespeariano, la storia delle due tartarughe è però a lieto fine.
Il salvataggio di Romeo e Giulietta
“La nostra storia ovviamente inizia in mare, dove i due esemplari adulti di tartaruga caretta sono finiti nella rete di un peschereccio che stava effettuando una battuta di pesca a largo di Manfredonia, sul Gargano in Puglia”, racconta Chiara Gasparoni di Legambiente a SBS Italian. Le spiagge del Parco Nazionale del Gargano sono infatti frequentate da questa specie che vi si reca per nutrirsi e per la nidificazione.
“Le tartarughe sono state tirate a bordo dai pescatori che hanno fatto molta attenzione a non ferire gli esemplari ed è stato subito contattato il centro di recupero di Legambiente”.
Arrivate al centro di recupero, “Giulietta aveva subito un principio di annegamento [Nonostante sia un animale marino, la tartaruga è un rettile e necessita di ossigeno per vivere] ed entrambe erano rimaste leggermente ferite dalle reti. È stato importante riuscire a portarle in sicurezza al centro, dove sono state prontamente valutate le loro condizioni di salute. Dal 29 gennaio sono tenute sotto osservazione nelle vasche del Crtm di Manfredonia”.
Cosa minaccia la sopravvivenza della specie?
Durante la convalescenza, gli operatori si sono resi conto che a minacciare la vita delle due tartarughe non erano state solo le reti dei pescatori, ma anche un'altra insidia tanto comune quanto letale per migliaia di Caretta caretta nel Mediterraneo: “Quello che non ha purtroppo sorpreso gli operatori è stato che la tartaruga maschio, Romeo, ha iniziato ad espellere plastica; aveva molta plastica nello stomaco”.
La presenza di rifiuti in mare è infatti una delle principali minacce per la sopravvivenza degli esemplari adulti: “La Caretta caretta è una specie minacciata soprattutto dall’uomo e il pericolo principale per questi esemplari è la plastica. Rifiuti di tutti i tipi diffusi in mare vengono infatti scambiati erroneamente per cibo”.
“Ad esempio, le tartarughe scambiano le buste di plastica per meduse e spesso le ingeriscono; questo provoca loro problemi di galleggiamento, respirazione, digestione”.
La plastica dunque, oltre alla presenza di imbarcazioni e di attività di pesca non effettuata in maniera rispettosa dell'ecosistema marino, sono i principali pericoli per gli esemplari adulti di uno degli animali più iconici del Mediterraneo.
Ma l'intero ciclo di vita delle Caretta caretta rappresenta in realtà una lunga lotta per la sopravvivenza.
Una lotta che questi esemplari devono affrontare fin dalla nascita. Anzi, ancor prima, visto che le Caretta caretta sono solite deporre le uova sulle spiagge, scegliendo anche luoghi che possono essere frequentati da esseri umani.

Uno dei due esemplari di Caretta caretta recuperato dai pescatori a largo delle coste pugliesi Source: Courtesy of Legambiente
È per questo che una delle attività principali di Legambiente è quella di individuare i nidi e sorvegliarli 24 ore su 24 fino alla schiusa delle uova, assicurandosi così che i piccoli possano raggiungere il mare in sicurezza.
"Il lavoro di protezione sui nidi è una promessa di sopravvivenza della specie”, spiega Chiara Gasperoni perché secondo le statistiche solo 1 su 1000 tra i cuccioli di tartaruga riesce a raggiungere la maturità riproduttiva, che si attesta intorno a 20 anni.
Secondo i dati di Legambiente di oltre 40 mila esemplari di Caretta caretta catturate in maniera accidentale dai pescherecci, solo 10 mila sopravvive.
La tutela delle Caretta caretta nelle acque del Mediterraneo
Sono oltre 1600 gli esemplari salvati negli ultimi 10 anni grazie alle strutture gestite da Legambiente nei centri di Manfredonia, Talamone in Toscana e nel Parco Nazionale del Cilento oltre alle strutture gestite in collaborazione con l’AMP (Area Marina Protetta) delle Isole Egadi nella gestione del Centro Recupero Tartarughe Marine di Favignana.
Secondo Gasparoni, quella di Romeo e Giulietta è una storia da raccontare perché sono stati recuperati due esemplari adulti in una sola battuta di pesca: “Questo fa pensare che le tartarughe sono presenti nella zona. Inoltre, in questo caso il pescatore ha seguito la giusta procedura e ha garantito la sopravvivenza dell’animale”.
“Nella gran parte dei casi non esiste questo tipo di preparazione, per cui è fondamentale fare formazione per spiegare quali sono le corrette procedure da seguire. Ogni singolo recupero ha un valore per la sopravvivenza dell’intera specie”.
Romeo e Giulietta saranno liberati in mare il 14 febbraio: “Abbiamo cercato di trasmettere l’amore per questi animali magnifici cercando di raccontare le storie di tutti gli esemplari recuperati, per cui in occasione di San Valentino queste due tartarughe ci hanno permesso di raccontare quanto sia grave il problema della plastica diffusa in mare e quanto sia importante avere un atteggiamento corretto quando ci troviamo di fronte ad animali a rischio di estinzione”.
La liberazione, meteo permettendo, sarà trasmessa sui canali sociali di Tartalove, la campagna di Legambiente dedicata alla protezione e alla sensibilizzazione delle tartarughe caretta nel Mediterraneo.
Ascolta l'intervista a Chiara Gasparoni di Legambiente:
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