La cronaca politica australiana è stata segnata dalla stretta sui reati giovanili annunciata dal governo del Victoria, con una riforma che promette di cambiare radicalmente il sistema giudiziario minorile.
La premier Jacinta Allan e la procuratrice generale Sonya Kilkenny hanno presentato il piano “Adult Time for Violent Crime”, che prevede pene da adulti per i ragazzi dai 14 anni in su accusati di crimini violenti – tra cui aggressioni con machete, rapine a mano armata e invasioni domestiche.
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Mal Lanyon , vice capo della polizia del NSW Source: AAP / BIANCA DE MARCHI/AAPIMAGE
La decisione arriva in un contesto di crescente allarme per l’aumento dei reati commessi dagli adolescenti: oggi i minori sono responsabili di circa il 13% del totale delle infrazioni nel Victoria, ma sono a loro carico quasi il 60% delle rapine e la metà delle aggressioni aggravate. Due terzi dei minori colpevoli di crimini gravi riescono ad evitare il carcere.
Vogliamo ripristinare i confini e proteggere la comunitàJacinta Allan, premier del Victoria
Ad un anno dalle elezioni statali, pertanto, il governo Allan ha così scelto la linea dura – seguendo in parte il modello già adottato nel Queensland, dove la coalizione liberal-nazionale ha varato leggi analoghe.
L’opposizione liberale del Victoria, però, parla di misura “annacquata”, in quanto la riforma riguarderebbe solo cinque categorie di reati, mentre quella del Queensland ne include 33. Le critiche arrivano anche dai Verdi e dalle organizzazioni per i diritti dei minori, che accusano il governo di sacrificare la tutela dei giovani e di colpire in modo sproporzionato i ragazzi aborigeni.
Sul fronte federale, a Canberra, i Liberali si sono riuniti per cercare una linea comune sulle emissioni nocive. Dopo la rottura con i Nationals, contrari all’obiettivo di net zero entro il 2050, la leader Sussan Ley si trova tra l’incudine e il martello: da un lato un elettorato urbano favorevole alla transizione ecologica, dall’altro una base rurale che la considera un costo economico.
Infine, in New South Wales, continua la bufera politica dopo la manifestazione neonazista autorizzata davanti al Parlamento di Sydney. Circa 60 militanti del gruppo National Socialist Network hanno sfilato con slogan antisemiti e lo striscione “Abolish the Jewish Lobby”. Le autorità hanno annunciato una revisione delle norme sulle proteste e nuove leggi per includere i canti nazisti tra i reati d’odio.
Di questi temi abbiamo parlato con il nostro esperto, Paul Scutti.

Una curiosa immaigne della leader liberale, Sussan Ley Source: AAP / LUKAS COCH/AAPIMAGE





