Qualche anno fa, quando lavorava alla Società Storica Italiana del Coasit di Melbourne, Laura Mecca ricevette una lettera da Peter Bertola, un anziano italo-australiano del Western Australia che mandava il diario del soldato Francesco D’Urbano, a nome di un suo vicino di casa.
Il diario era stato trovato in uno dei campi di battaglia in Nord Africa, dove vennero fatti prigionieri circa 35.000 soldati italiani. Tra questi c'era anche il soldato italiano.
"Pur non comprendendo cosa vi fosse scritto capì che era qualcosa di molto personale e importante che non poteva e non doveva finire dimenticato negli archivi. Ci pregò di rintracciare la famiglia del soldato che forse era morto sui campi di battaglia", racconta Laura Mecca.
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Quando i prigionieri di guerra italiani venivano mandati in Australia
Durante la disfatta italiana sul fronte africano vennero catturati circa 200.000 soldati italiani internati come prigionieri di guerra in numerosi campi di concentramento, dal Sud Africa, alla Palestina, all’India, dove rimasero prigionieri degli inglesi mentre la guerra continuava a mietere vite in Europa.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 migliaia di soldati italiani furono mandati in Inghilterra, Sud Africa e Australia. Dal 1941 al 1944 arrivarono in Australia circa 18.000 prigionieri italiani per lavorare nelle aziende agricole e coltivazioni e in progetti di irrigazione governativi.
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